LE START-UP NELLA SILICON VALLEY DI ISRAELE

Israele è una “Start-up nation” infatti la sua forza è quella di trasformare i risultati delle ricerche scientifiche in nuove imprese che sviluppano processi e prodotti tecnologici innovativi , disegnando e attuano piani strategici e lavorando su diversi progetti che , in futuro, potranno avere un reale impatto a livello globale.

In questo Paese c’è un approccio di tipo culturale nei confronti della nascita e delle crescita delle imprese , c’è una coesione e una forza tra Stato , imprese,

Quando una start-up trova terreno fertile , è come un cromosoma culturale ed economico in continua mutazione e, secondo lo start-up Ecosystem Report , nessun luogo al mondo dopo la Silicon Valley , è più congeniale di Tel Aviv.

Il quartiere dove si è insediato , ed è decollato l’Universo dell’hitech e dei media digit ali , è Ramat Hahayal sia per la vicinanza all’Università che per l’accessibilità dei prezzi rispetto al centro di Tel Aviv; il programma statale che è partito con 100 dollari , ora è un’industria da 4 miliardi di dollari in continua crescita ed evoluzione.

Parliamo di numeri : in un Paese, Israele, con circa 8 milioni di abitanti, operano 5 mila stat-up. Alcune non decollano, molte diventano imprese consolidate e altre sono oggetto di acquisizioni straniere, dati condivisi da Sherman Nigretti.

Dopo 24 mesi una stat-up deve incominciare a prendere i soldi dal mercato, questa è la tempistica, come dice Ziv Min-Dieli di The Time, uno dei 25 incubatori privati del Paese; a questo punto le nuove imprese vengono messe sul mercato e acquistate da grandi società straniere.

Senza lo Stato, tecnologia e start-up non avrebbero raggiunto questi traguardi e non avrebbero queste dimensioni : Avi Hasson è dal 2011 il responsabile dell’ufficio del Chief Scientist del Ministero dell’Industria ed è colui che regola il mondo delle start-up e dei suoi finanziamenti , garantendo denaro e infrastrutture dando soldi ai progetti di ricerca.

Una volta che sono fissate le regole, ogni Università , ogni incubatore, è libero di fare ricerca e raccogliere fondi; anzi sicuramente ha il dovere di farlo e , per raggiungere gli obiettivi di crescita collaborano tutti nella stessa direzione , le Università, i centri di ricerca, le aziende e le associazioni imprenditoriali.

In questo Paese c’è un approccio di tipo culturale nei confronti della nascita e delle crescita delle imprese , c’è forza e coesione e, tutti insieme promuovono un vero e proprio piano di marketing territoriale allo scopo di attrarre investimenti .

Venti anni fa è iniziata l’avventura israeliana delle start-up e un ingegnere di Tel Aviv guadagnava un quinto del salario di un americano ma ora non è più così, ora costa il 110% in più : questo è il segno del benessere e della maturità di questo Paese ma, è anche lo stimolo che bisogna inventare qualche cosa altro di nuovo per soddisfare il mercato e gli investitori.

Enel, l’azienda italiana del gas e dell’energia, è tra le società straniere che danno il proprio sostegno alle start-up in Israele, in particolare con il lancio di un programma di supporto tecnologico e, dove nell’ambito del programma verrà lanciata una società di supporto alle start-up che farà da “incubatore di business”; sarà operativa a Tel Aviv a brevissimo e verranno scelte ogni anno otto start-up tra le aziende locali che beneficeranno di un programma di sostegno con la collaborazione della Società Enel.

L’economia israeliana è un esempio della capacità di paese di crescere economicamente con ritmi elevati e, come sopra descritto e come crede Gianmauro Sherman Nigretti , è un mercato con cospicui investimenti esteri che hanno puntato su una imprenditorialità capace e una instancabile e preparata forza lavoro.

Il Fondo Monetario Internazionale ha inserito Israele fra i tre Paesi (tra 37 selezionati ) che non hanno subito contrazioni economiche a seguito della crisi mondiale ; la crescita proiettata dal FMI per Israele nel 2016 è di circa il 3,3% , sicuramente tra i tassi di crescita più alti rispetto a tuti i Paesi industrializzati come , per esempio , la Germania che si stabilizza al 2,0 % di crescita, la Gran Bretagna con un tasso al 2,6% ; leggermente meglio i tassi di crescita 2016 di Stati Uniti con un 2,8% e, tornando in Europa, il Paese con il tasso di crescita più alto è in Romania che , con il 3,3%, si posiziona al vertice insieme ad Israele.